Come può un Dio abituarsi a questa enorme massa di sofferenza degli uomini e del mondo
Un'azione teodrammatica può esistere se ci sono dei soggetti in relazione, se ci sono dei personaggi che mettono in atto l'azione stessa. Chi vuole introdursi al dramma prima che si alzi il sipario scorre la lista dei personaggi. Questo secondo volume della Teodrammatica, così come lo sarà il terzo, è dedicato ai personaggi del dramma, cioè ai soggetti dell'azione. In queste pagine è nel rapporto uomo-Dio che Balthasar indica il fondamento di una creatura libera, elemento capitale per l'antropologia cristiana. Quanto descritto in questo volume, che ha un excursus topico nel paragrafo "Immagine e somiglianza di Dio", così come quanto descritto nel volume successivo avranno la piena esplicitazione nei volumi finali riguardanti la via della salvezza e la trinità.
"Nell'introduzione al primo volume della teodrammatica la "drammatica" è stata situata tra "estetica e logica", e perciò concepita come il centro di una riflessione integrale della rivelazione cristiana". "Il presente secondo volume e il terzo, a cui spetta di presentare i personaggi del dramma, si trovano subito davanti a una grande difficoltà. Chi, all'oscuro dell'azione drammatica e prima che si alzi il sipario, scorre sul programma la lista dei "personaggi" e cerca in qualche modo di immaginarsene le caratteristiche, non sa nulla del dramma e riesce a mala pena ad anticipare qualcosa del contenuto. [...] Noi dobbiamo perciò essere ben consapevoli già in questo volume, come in quello successivo, che delineano i personaggi cioè i centri soggettivi dell'azione, che quanto verrà detto via via - poniamo la fondazione della libertà creata - non potrà essere reso intelligibile se non mediante quanto sarà rivelato in definitiva: il mistero divino trinitario e il mistero soteriologico della Chiesa". (dalla premessa)